… ci sono storie che accompagnano la nostra vita,
storie belle, storie brutte, storie vere, storie di fantasia …
… storie che ci fanno ridere storie che ci fanno piangere …
E poi ci sono quelle storie che, qualunque sia la loro natura,
ci fanno pensare, riflettere, emozionare …
LE STORIE DEL CUORE … ogni mese una storia diversa vivrà con noi …
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Luglio 2018 IL RAGAZZO E LA LEONESSA C’era una volta, tanto tempo fa, un ragazzo dagli occhi di terra che viveva con i genitori su un’ isola. L’isola era un giardino irrigato, un luogo di sole e bellezza. Il ragazzo dagli occhi di terra si sentiva solo e così la madre gli regalò un cucciolo, una piccola leonessa dalla criniera dorata. Finché un giorno il cielo si oscurò, un grande terremoto sconvolse l’isola. I genitori del ragazzo dagli occhi di terra persero la vita e il rigoglio dell’isola si spense trasformandola in una savana arida e silenziosa. La tristezza come un manto oscuro aveva ricoperto l’anima dei due e vivevano con lo sguardo accucciato a terra. Gli alberi erano stati quasi tutti inghiottiti dal suolo e il sole cominciava a ferire e inaridire il volto della terra, quando la leonessa iniziò a sentire i morsi della fame. Si era nutrita di papaia tutta la vita e ora quei frutti dorati erano scomparsi. Vide un albero di papaia davanti a sé carico di frutti. Pensò di salirvi, avrebbe potuto sfamare la sua leonessa e riconquistarla, ma capì che i frutti sarebbero finiti e la fame sarebbe tornata. Anche se le avesse dato la sua carne da mangiare non sarebbe bastato a salvare la sua leonessa. Così proseguì correndo e inciampò nelle radici di un albero nodoso dalla corteccia argentata. Avrebbe potuto parlare al cuore della sua leonessa dai rami di quell’albero, tornando a raccontarle le storie che la mamma gli narrava la sera prima che si addormentassero l’uno accanto all’altra, ma sapeva che ormai era troppo tardi. Corse ancora. Corse a perdifiato senza fermarsi, sentendo di non poter più sfuggire l’insana ferocia della sua amica, quando lo vide. Era un albero dal tronco sottile e scivoloso, altissimo, di cui non riusciva a scorgere la chioma perché oltrepassava le nuvole. Decise di provare a salire. Arrancava…sentiva il ruggito della sua leonessa avvicinarsi sempre di più fino a diventare un fiato caldo, irresistibile alla cui tragica carezza, stanco e stremato, avrebbe voluto abbandonarsi. Spinto dal vento oltrepassò le nuvole, aprì le braccia e si lasciò andare al suo destino. Sentì nella carne il morso acuto della pelle che si strappava: le sue braccia erano diventate ali. Volavano insieme come aquile reali, magnifiche verso il Sole. La creatività dell’Amare apre sempre nuove possibilità di vita. Rita Narduzzi |